domenica 13 novembre 2011

parole facili e pensieri difficili

Questa mia lotta al sessismo nella cartellonistica stradale non deve apparire, come pure appare ad alcuni dei più giovani tra gli italiani, una questione specifica, marginale, da specialisti, da fissati o, peggio ancora, da vecchie femministe. E non deve essere nemmeno confusa con una mia ossessione personale o la manifestazione di un mio bigottismo o peggio ancora di un integralismo religioso, essendo, tra l'altro, io completamente ateo. Questo sforzo – che vede fianco a fianco me e tante altre persone che si espongono con la manifestazione dei propri principi di lotta sociale – da molti non viene compreso, viene confuso per un'azione di retroguardia, di forzatura della realtà e addirittura deriso e attaccato in maniera unilaterale, bollato di moralismo.
Non trovo parole più semplici di queste per esprimere un pensiero che sento molto complesso e spesso dolorante. Un pensiero che combatte ad armi impari contro un altro pensiero di cui molta parte delle giovani generazioni – e non solo – è imbevuta in maniera trasfigurante: il pensiero unico planetario. La moderna ideologia della bellezza a tutti i costi, dell'eterna giovinezza per uomini e donne, dell'arricchimento a tutti i costi, dello schiacciamento dei più deboli, della carriera a tutti i costi, dell'imbroglio legalizzato, della truffa al potere, delle guerre bugiarde, della violazione continua dei diritti nel silenzio generale, della falsificazione dei bilanci, della derisione dell'avversario o, più semplicemente, di chi la pensa diversamente da te, della riduzione in schiavitù di intere generazioni di giovani lavoratrici e lavoratori. Insomma, il pensiero dei più moderni tempi che ci troviamo a vivere e che ci sta facendo sempre più miseri, poveri e senza futuro. 
E la pubblicità sessista che io combatto è lo squallido succedaneo di tutto ciò. Anche se a uno sguardo distratto ciò può non apparire evidente. È un condensato di queste certezze assunte a occhi chiusi che albergano con leggerezza nel cuore di tante ragazze e di tanti ragazzi. È uno dei luoghi simbolici per eccellenza per leggere tutto ciò. Ma è anche un'occasione per rifiutare con fermezza tutto ciò. 
Ad una lettura più attenta e approfondita questo genere di pubblicità appare come una discriminazione intollerabile verso le donne, ma anche verso gli uomini che si rispecchiano nel gioco dei generi così goffamente raffigurato sui cartelloni. Ecco perché io ho scelto di utilizzare questo terreno di confronto e non altri. 
Gli uomini non sono tutti maniaci sessuali e le donne non sono tutte disponibili al sesso senza voglia. E "sessismo" non significa la rappresentazione di scene dirette o allusive al sesso, "sessismo" è sinonimo di discriminazione di genere, di ridicolizzazione di genere, di svalutazione di genere, di sfruttamento di pulsioni oggettivanti che mettono la figura della donna (non il suo corpo nudo o vestito) al centro di un mesto calcolo di vendite e di mercato. Qui non stiamo parlando del sesso che facciamo a casa nostra. Stiamo parlando di una paccottiglia di riferimenti grotteschi e volgari, ma anche silenziosi e subliminali, che filtrano lentissimamente nella nostra testa andando ad alimentare, in un vorticoso corto circuito il pensiero unico di cui prima. 
Che fare allora? 
Spiegare a queste ragazze e questi ragazzi tutto ciò con le parole più semplici ma senza aver paura di toccare pensieri complessi, invitare alla lettura attenta e senza pregiudizi di questo medium, aiutare a riconoscere di non aver visto e assumere un atteggiamento critico verso queste regole unilaterali e schiaccianti del mercato, lottare per il cambiamento, lottare, insomma, per un mondo migliore. E tutto questo attraverso il disvelamento di significati a volte nascosti dentro la pubblicità di una merendina. Sì. Anche così. Con convinzione.

4 commenti:

  1. Una chiarificazione forse ovvia per chi, come me, segue volentieri questo blog, ma necessaria a chi non sente questo messaggio sulla propria pelle. Parole facili e pensieri difficili che danno un senso anche all'operato di persone come Lorella Zanardo: www.ilcorpodelledonne.it

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  2. Errata corrige: http://www.ilcorpodelledonne.net/

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  3. Come si fa a farlo capire alle sedicenni che si fotografano da sole su FB in un modo terribile?????

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  4. non ha idea di quanto sono contenta da donna che ci siano persone come lei, ha veramente tutta la mia stima e il mio rispetto. Leggere il suo blog mi sta facendo capire che bisogna continuare a lottare contro le discriminazioni di genere, perchè non siamo sole. Grazie davvero.

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