giovedì 31 gennaio 2019

I numeri di Napoli: 1000 9 25

A Napoli in questi giorni c'è un buco in più! È quello di una chitarra dai forti colori rock che si sovrappone puntuale e senza mezzi termini al ventre di una ragazza che ci guarda sensuale, a gambe molto allargate, dall'alto di un palazzo in ristrutturazione. È la solita vecchia storia: far passare attraverso una scena violenta – che l'azienda definirebbe sicuramente moderna, ironica, giovanile, provocatoria ecc. – la pubblicità di un prodotto o di una marca e di farlo su uno spazio pubblico, cioè anche mio e vostro, a "fruizione obbligatoria".


Questa volta ci danno anche dei numeri. 1000: è la famosa via dei Mille a Napoli dove si trova la pubblicità; Nove25: la marca di gioielli che ha preso in affitto le facciate del cantiere per regalarci questa mirabile trovata.

Girato l'angolo dello stabile – sempre su via dei Mille, ma meno spettacolare perché privo della lunga prospettiva che colpisce chi viaggia in salita e vede la chitarra – appare il secondo capolavoro della stessa campagna che non ci lascia dubbi sulla filosofia aziendale o almeno sulla sua modalità di fare comunicazione.


Questa seconda immagine è di percezione meno immediata e va osservata un attimo prima di capirne i contenuti anche perché è parzialmente nascosta dalle altre case e da una bella palma. Una volta finito lo studio, questa immagine non mi è sembrata migliore della prima, anzi decisamente più violenta perché meno esplicita: un uomo con anelli alle dita e braccialetti al polso porta sulle spalle – letteralmente a mo' di sacco di patate – una ragazza dalle lunghe gambe, ragazza per il resto non altrimenti identificabile, quindi il solito pezzo di carne. 

Dopo aver decodificato questi ennesimi messaggi violenti, peraltro assai elementari, restano i trentennali interrogativi sulle radici culturali della violenza sulle donne affondate nelle pubblicità stradale, ma arricchiti questa volta da una riflessione "tecnico-marketingara" che mi è venuta in mente mentre scattavo queste foto. 
Mi riferisco alla scelta che l'azienda avrà dovuto sicuramente affrontare su quale immagine esporre in salita, cioè lungo la prospettiva principale e quale sulla vicina piazzetta più defilata. Sarebbe stato interessante assistere alle conversazioni tra i responsabili al momento di prendere la decisione. Io non c'ero e quindi posso solo limitarmi a valutare il risultato di quella riunione che ha premiato lo sguardo sul buco rispetto al sacco di patate.
Ma, a pensarci bene... anche io, come consumatore posso decidere se premiare o meno le aziende come NOVE25 che invadono le nostre città con queste pagine violente e decidere che, tutto sommato... il mondo è pieno di altri anelli e altri braccialetti.