mercoledì 17 aprile 2013

Volami in bocca



Dopo aver abbandonato il diversamente utile tavolo contro la pubblicità sessista del Comune di Milano (senza aver avuto finora risposte istituzionali) e dopo aver proposto ai vertici dell'ATM una discussione sull'istituzione di quella che ho chiamato una zona Sexism free all'interno della metropolitana milanese (proposta rimasta essa pure senza risposta), mi prendo un momento di pausa e torno a postare una riflessione sui contenuti delle campagne sessiste, scegliendone un'altra affissa in metropolitana in due varianti: una femminile e una maschile.
Si tratta di un messaggio che potremmo definire di livello 2, un livello cioè che potrebbe non essere percepito in tutti i suoi possibili risvolti sessisti e violenti passando velocemente in treno. Le due scene messe a confronto, inoltre, ci aiuteranno a capire meglio e a confermare alcune vecchie idee (v.post n.9 del 10/11/11) che a suo tempo erano state contestate di molti giovani lettori e lettrici del blog. 
Come già accaduto per un altro marchio di dentisti nel 2009 (v.sito del libro www.ilmaestrodellupocattivo.it  publ. vital dent) la presunta domanda di marketing strategico è: cosa ti metto in bocca per far capire che noi ripariamo i denti benissimo. In quel caso avevano messo in bocca a una casalinga (l'unica casalinga che io abbia visto e fotografato su un manifesto negli ultimi 23 anni a Milano) una borsa per la spesa, la terza, dopo avergliene piazzate altre due nelle rispettive mani. E la donna, anche così oscenamente conciata, continuava a sorridere e fare la spesa. 
In questa doppia campagna 2013 di Doctor Dentist il messaggio è invece legato al tema del viaggio e vengono scelti i due mezzi di trasporto che più di tutti evocano la vacanza: l'aereo e la nave da crociera con una scelta di modellini in scala che sopravvaluta nettamente il primo sul secondo. 
E a chi pensate che abbiano messo in bocca l'aereo? Naturalmente alla donna. Non avremmo – e non abbiamo – mai visto una fallica fusoliera nelle labbra del maschio. Ora, si potrà obiettare che la percezione di questa allusione fallica nella scena è la solita roba da maniaci sessuali (o da vetero-femministe, a scelta), che quelli che la pensano come me sono deviati, che è stato casuale ecc. ecc. Per fortuna, lo studio seriale della pubblicità sul lungo periodo ci offre un riparo da queste critiche, consentendoci di affermare con una buona dose di sicurezza che finora non si è ancora vista una pubblicità in cui questo tipo di allusioni – ammettendo anche che siano estreme e non dimenticandoci mai che sono sgradevoli comunque se applicate a finalità commerciali – siano rintracciabili tra le labbra di un uomo, nemmeno di quelli che si ispirano iconograficamente a modelli gay. Non c'è alternativa, la bocca in cui volare è sempre quella femminile. E se questo è l'imperativo... allora io volo in un altro studio dentistico. Il mondo è pieno di sorrisi.  

4 commenti:

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