Colgo l'ossasione offerta ancora una volta dalla ditta MELLUSO per
mandare un caro saluto a tutte le amiche e amici che da molto tempo
ormai hanno aderito al gruppo di Facebook LA PUBBLICITA' SESSISTA
OFFENDE TUTTI. Seguo con attenzione le attività del gruppo
e capisco che i risultati siano spesso deludenti e a volte scoraggino
Annamaria che tiene le fila della moltitudine spesso silenziosa ma
sempre indignata che ci accompagna: le campagne che ogni giorno invadono
le nostre città continuano ad essere violente come e più di prima e
sembra non cambiare assolutamente nulla nella consapevolezza di questa
misera minoranza ignorante e arrogante che produce le campagne.
In
effetti, se posso offrirmi come testimone dopo 26 anni di studio del
fenomeno tutto italiano e sud-europeo dell'affissione al pubblico di
pubblicità violente (non basta definirle solo sessiste!!!), l'attenzione
della massa della popolazione è decisamente scarsa e anche davanti a
una sensibilizzazione forzata in convegni, dibattiti e seminari,
registriamo come i valori che sottendono a quelle pubblicità sono ormai
valori cristallizzati e consolidati in italiani e italiane giovani,
adulti e anziani. Non in tutte e tutti, ma in quasi tutte e tutti, cioè
in milioni e milioni di persone che sono disposti a tollerare e spesso
addirittura a giustificare la pubblicità come fosse un elemento
inamovibile della nostra società così violentemente capitalista.
Altrimenti come spiegarsi la tracotanza di mettere quei manifesti
giganteschi nella stazione centrale, sul viale dell'aeroporto, sui tram e
sotto alle nostre finestre?
Che fare allora?
Torniamo alle scarpe in oggetto.
1) Esce la campagna.
2) La vedo.
3) La guardo.
4)
Capisco – anche se non sono uno studioso o una studiosa di iconografia,
di arte o di marketing – che c'è una donna seminuda (che mi piace
moltissimo se sono uomo e a cui vorrei rassomigliare moltissimo se sono
donna), con una spallina su e un'altra forse (comunque nascosta ad arte
dalla mano della modella), che mi guarda e mette il più vicino
possibile l'oggetto intramontabile del desiderio sessuale maschile, la
bocca, e l'oggetto del desiderio commerciale, la scarpa. È facile,
troppo primitiva per essere difficile, utilizza primordiali istinti
animaleschi, per cui non posso non capire.
5) Mi fa schifo e penso che ferisca ancora una volta la mia immagine di donna perennemente oggettivata o di uomo maializzato.
6) Penso che possa ferire milioni di altre persone consapevoli e non.
7) Scrivo allo IAP! NOOOOOOO (vedi storie precedenti)
8) Scrivo al Comune? NOOOOOO (vedi storie precedenti)
9) Scrivo alla ditta? Forse.
10) Esco per fare compere. Entro in un negozio che vende le scarpe MELLUSO,
le misuro, mi piacciono, vado alla cassa, estraggo un pennarello dalla
borsa, prendo la scatola, ci scrivo sopra: IO NON COMPRO SESSISMO, le
lascio sul bancone, esco anche senza salutare, attraverso la strada,
entro in un altro negozio di scarpe che non fa pubblicità violente e
compro un altro paio di scarpe, belle pure loro. Respiro profondamente e
sono felice di aver scoperto quanto il mondo sia pieno di bellissime
scarpe!
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